Il Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) è un disturbo comportamentale che è stato classificato dall’Associazione Psichiatrica Americana (APA, American Psychiatric Association) all’interno dei “Disturbi da Dipendenza” nella sottocategoria “Disturbo non correlato all’uso di sostanze”
Il sistema classificativo DSM (Manuale Statistico-Diagnostico) nella sua più recente versione (DSM 5; 2015) propone i seguenti criteri diagnostici e la seguente definizione: “Comportamento da gioco d’azzardo problematico ricorrente e persistente che porta a stress o a un peggioramento clinicamente significativo, come indicato dalla presenza nell’individuo di 4 (o più) dei seguenti sintomi per un periodo di almeno 12 mesi:
- Necessità di giocare una quantità crescente di denaro con lo scopo di raggiungere l’eccitazione desiderata
- È irritabile o irrequieto quando tenta di ridurre o interrompere il gioco d’azzardo
- Ha effettuato ripetuti sforzi infruttuosi per controllare, ridurre o interrompere il gioco d’azzardo
- È spesso preoccupato per il gioco d’azzardo (per esempio, ha pensieri persistenti di rivivere esperienze passate del gioco d’azzardo, di problematiche o di pianificazioni future, pensando come ottenere danaro con cui giocare)
- Spesso gioca quando si sente in difficoltà (per esempio, assenza di speranza, in colpa, ansioso, depresso)
- Dopo aver perso soldi al gioco, spesso torna a giocare nuovamente (“inseguendo” le perdite)
- Mente per nascondere il suo coinvolgimento nel gioco d’azzardo
- Ha messo a repentaglio o ha perso una relazione significativa, il lavoro, lo studio o una opportunità di carriera a causa del gioco d’azzardo
- Fa affidamento su altri per cercare denaro al fine di alleviare le disperate situazioni finanziarie conseguenti al suo giocare continuativo
Chi sono i giocatori patologici?
Il giocatore patologico non presenta caratteristiche somatiche, di età, di sesso o di classe sociale che lo rendano “riconoscibile”. Tuttavia, dal punto di vista psicologico, più frequentemente è un individuo con struttura della personalità egocentrata, dipendente e impulsiva. Spesso, sotto una facciata boriosa, nasconde un’autostima molto bassa.
I giocatori compulsivi (o patologici) sono perciò quegli individui che si trovano cronicamente e progressivamente incapaci di resistere all’impulso di giocare. Il loro comportamento ‘fuori controllo’ compromette e distrugge le loro relazioni personali, matrimoniali, familiari e lavorative.
Che cosa prova il giocatore d’azzardo?
L’esperienza dell’azzardo è spesso descritta come “eccitante” o addirittura “esaltante”. Effettivamente sono state riscontrate notevoli modificazioni neuro-psicologiche (tensione muscolare, pallore, intensa sudorazione, inquietudine, eccitazione psicomotoria), che testimoniano delle perturbazioni interne indotte dal comportamento. Queste modificazioni vengono percepite complessivamente come molto gratificanti, in particolare a causa della massiccia liberazione di dopamina, il neurotrasmettitore del piacere.
Perché si continua a giocare?
La prima domanda che ci si pone davanti ad una persona che si è rovinata con il gioco è: “Ma perché non si è fermato prima?”.
Nelle dipendenze, in realtà, si determinano tutta una serie di circoli viziosi che automantengono il comportamento. Nello specifico del gioco d’azzardo il meccanismo principale è il chasing, cioè l’inseguimento delle perdite.
Spesso infatti dopo una prima fase caratterizzata da vincite esaltanti, la tendenza dell’individuo predisposto all’abuso è di rincorrere altre vincite, aumentando la frequenza di gioco e le puntate.
Quando inizia a perdere, attribuisce ciò ad un “periodo sfortunato” e tende ad aumentare il rischio, nell’illusione di poter ottenere vincite più alte. Le perdite a questo punto superano di gran lunga le vincite ed inizia così la fase dell’inseguimento delle perdite (chasing), cioè il tentativo di recuperare il denaro perduto con un “colpo di fortuna”.
Il gioco viene a questo punto visto come l’unica possibilità di redenzione e recupero.