Le cause dell’Alcolismo
Perché si inizia a bere ?
Il primo incontro con l’alcol può avvenire in modo diverso da persona a persona. Per alcuni può essere il tentativo di trovare conforto in momenti difficili o in situazioni dolorose, per altri invece può essere una gradevole esperienza fatta in occasioni sociali (allegre compagnie, convivialità, stili di vita e situazioni sociali dove il bere è incoraggiato ecc.). In ogni caso, non dobbiamo dimenticarlo, l’alcol ha la capacità di indurre nel bevitore effetti gradevoli, che possono quindi essere percepiti nelle condizioni più disparate.
L’alcol produce effetti gradevoli per il gusto, per le sue capacità di ridurre l’ansia (effetto ansiolitico) o di indurre allegria e scioltezza (effetto disinibente che fa definire l’alcol un “lubrificante sociale”). Senza dubbio un bere moderato (a piccole dosi e con modalità sane) permette a moltissime persone di godere di momenti piacevoli senza particolari conseguenze negative. Purtroppo per altre persone il bere assume caratteristiche diverse ed evolve progressivamente verso modalità molto pericolose.
Perché alcuni non riescono più a smettere ?
Per un certo numero di bevitori (intorno al 10%) le modalità di consumo col tempo diventano problematiche e addirittura patologiche. In questi casi le quantità assunte aumentano e il bere prende gradualmente l’aspetto dell’abuso. Protraendosi nel tempo, l’abuso provoca effetti tossici e fa comparire quell’aggancio alla sostanza che costituisce l’essenza di una grave malattia: la Dipendenza alcolica. Una volta in preda alla Dipendenza, la persona diventa schiava dell’alcol e non riesce più a liberarsene.
L’alcoldipendenza colpisce certamente una minoranza di bevitori ma, se si pensa che l’80% della popolazione italiana al di sopra dei 12-13 anni consuma alcolici, si fa presto a capire che il problema riguarda oltre un milione e mezzo di persone e ne mette a rischio moltissime altre.
Le cause della Dipendenza alcolica
Negli ultimi anni è apparso sempre più evidente, grazie al progresso delle conoscenze scientifiche, che l’alcolismo è una patologia complessa e che le sue cause sono molteplici
Questa malattia non è dovuta infatti ad una sola causa ma si sviluppa solo se sono presenti contemporaneamente varie cause che, interagendo fra loro, portano alla dipendenza dopo un processo più o meno lungo.
Oggi sappiamo che si tratta di un complesso disturbo bio-psico-sociale sul quale influiscono diversi fattori che predispongono ad ammalarsi:
Ereditarietà
Molti si domandano se questa malattia è ereditaria, cioè se si trasmette dai genitori ai figli.
L’ereditarietà, in effetti, è un fattore molto importante fra le cause dell’alcolismo. Come avviene per altre malattie, anche in questo caso vengono ereditate delle caratteristiche che predispongono ad ammalarsi. Sono caratteristiche metaboliche, neurotrasmettitoriali e neurologiche che, in presenza di altri fattori (psichici e sociali) fanno comparire, in alcuni casi, la malattia. Vale a dire che i fattori di rischio si trasformano in malattia solo sotto l’influenza dell’ambiente e di fattori scatenanti.
Che cosa si eredita. Il ruolo dei dei geni
Da molti anni si sa che i figli di alcolisti hanno una maggiore tendenza a diventare alcoldipendenti. Già nel 1990 alcuni studiosi (Blum e altri) hanno dimostrato che negli alcolisti è presente una variazione del gene, presente sul cromosoma 11, che controlla la produzione del recettore D2 della dopamina. Questa variazione (allele 1) sarebbe significativamente correlata ad alcune forme di alcolismo. Questi studi hanno addirittura suggerito che le alterazioni nel cromosoma 11 siano alla base anche di altre dipendenze da sostanze (cocaina, nicotina, oppiacei) di alcuni disordini sessuali, dei disturbi dell’alimentazione, del gioco d’azzardo patologico.
Le ipotesi delle neuroscienze. Il ruolo dei sistemi di ricompensa
Attualmente sappiamo che la percezione e l’elaborazione delle sensazioni di piacere, sia che esse provengano da stimoli chimici (droghe, cibo, alcol e sostanze psicoattive in genere) sia da stimoli comportamentali (gioco d’azzardo, comportamento alimentare, sesso ecc.), sia da elaborazioni mentali ed esperienze relazionali, è mediato da complessi sistemi neuronali e neurotrasmettitoriali. Questi sistemi sono attivi in alcune aree cerebrali fra cui l’area tegmentale ventrale, a livello mesencefalico, dove la stimolazione di dopamina attiva altre aree cerebrali (ad es. il nucleo accumbens e la corteccia prefrontale mediale). Queste aree sono specializzate per mediare le funzioni di ricompensa del cervello (rewarding system). Negli ultimi tempi si stanno scoprendo sempre più ampie interazioni che ci fanno vedere come questo sistema, fondamentale per l’essere umano, sia estremamente vasto e complesso. In queste aree gli stimoli chimici, psichici ed esperienziali in grado di stimolare risposte piacevoli vengono “premiati” procurando al soggetto una risposta piacevole che darà a circuiti e mappe neuronali maggiore forza e precedenza su altri circuiti. Nell’essere umano gli eventi percepiti come gradevoli (quindi positivi e utili) rafforzano le motivazioni e portano a ripetere i comportamenti che hanno prodotto la sensazione piacevole. L’alterazione di questo elaborato meccanismo dovuta a disturbi neutrasmettitoriali (convolgimento di serotonina, noradrenalina, dopamina, GABA, ecc), ad aspetti genetici (alterazioni dei geni che concorrono a codificare i recettori della dopamina) e a fattori psicologici, sociali e relazionali assume un ruolo centrale nel fenomeno dell’addiction (dipendenza patologica).
Sono proprio queste conoscenze che hanno portato a considerare la dipendenza da alcol come una malattia dovuta non tanto alla mancanza di volontà del soggetto quanto ad una complessa e grave disfunzione biologica, psicologica e sociale. Malattia quindi, non un vizio.